Perfettooo!, un mutevole palcoscenico per l’arte e il design
Ultimamente si sono esplorate in ogni direzione le potenzialità delle mostre virtuali. Si è visto ogni tipo di museo e di galleria virtuale, con foto a 360° piuttosto che con spazi da esplorare liberamente muovendosi come in un videogame. Il concetto di Perfettooo!, una nuova piattaforma curatoriale digitale, è ancora diverso. Qui non si tratta di riproporre in maniera più o meno fedele gli spazi di una galleria o di un museo, ma di identificare tutto lo schermo del computer con lo spazio della mostra. Il computer diventa così una finestra aperta sull’arte, un palcoscenico dove mettere in scena le mostre, un luogo in cui le esposizioni prendono vita senza soluzione di continuità con ciò che sta dall’altra parte.
Un’ulteriore metafora per spiegare Perfettooo! è la tela dell’artista: lo schermo del computer è come una tela su cui raccontare, uno spazio che a seconda delle esigenze può essere bi o tridimensionale. Perfettooo!, un progetto di MC Didero, Annalisa Rosso e Mr. Lawrence, è un luogo in perenne mutazione: cambia a seconda della mostra che va in scena, si adatta di volta in volta alle esigenze di designer e architetti invitati a proporre un loro progetto. In tal senso, Perfettooo! si può considerare un concetto site-specific, un luogo virtuale altsamente flessibile, mai uguale a se stesso. I curatori, MC Didero e Annalisa Rosso, invitano una selezione di designer di fama mondiale a concepire un progetto da sogno da realizzare in uno spazio ideale mutevole, modellato sulle loro esigenze e quindi perfettamente su misura per le loro collezioni.
“Come back Tomorrow“, la prima mostra allestita su Perfettooo!, è stata ideata dallo studio Objects of Common Interest, specializzato in installazioni e ambienti sperimentali pensati per stimolare esperienze sensoriali negli spazi. La mostra, inaugurata l’8 aprile, è concepita come un’esperienza interattiva sul tema dell’architettura, dove si possono calibrare le proprie sensazioni scegliendo tra diversi mood, optando quindi per differenti percorsi che tengono conto dell’umore dello spettatore. La luminosità e i suoni cambiano a seconda del temperamento del momento, e influenzano notevolmente la percezione dell’architettura in un percorso emozionale.
Come spiegano i progettisti di Objects of Common Interest, “il nostro pensiero si è evoluto attorno alla giustapposizione del lavoro con l’ambiente circostante, la natura e l’artificio, e la sua capacità di creare interazione umana sotto forma di reazioni fisiche improvvisate e di una risposta emotiva. Spesso abbiamo esplorato articolazioni ludiche di oggetti per creare installazioni pubbliche che evocassero interpretazioni fanciullesche. Altre volte un setting diventa la cornice entro la quale un’esperienza conduce ad una lettura personale del soggetto. Il progetto in corso è un’estensione di questa esplorazione e trae ispirazione e informazioni da studi sulle emozioni e sulla psicologia per produrre un’interazione con se stessi vissuta attraverso il design”.