Una dimensione in più per l’arte: Artivive e la AR

 In mostre immersive

E’ la realtà aumentata il core business di Artivive, società fondata a Vienna nel 2017 da Sergiu Ardelean e Codin Popescu. Porta lo stesso nome della società lo strumento che hanno messo a punto: una piattaforma per la realtà aumentata di facile utilizzo, che consente di dare un’ulteriore dimensione alle proprie opere, amplificandole con contenuti digitali da visualizzare con lo smartphone o il tablet. Sergiu Ardelean, co-fondatore e Ceo di Artivive ci ha illustratto i progetti della società.

Sergiu Ardelean e Codin Popescu, fondatori di Artivive ©Artivive

Che cosa può fare la realtà aumentata (AR) per l’arte?

Ci sono molte ragioni per arricchire l’arte con l’AR: per mostrare gli strati di un’opera e scoprire cosa si trova sotto i dipinti storici; per visualizzarne il processo di creazione, per animare e dar vita a un’opera d’arte, o per raccontare una storia ad essa legata.

Quindi Artivive funziona sia per creare opere in realtà aumentata, sia per vedere opere esistenti, arricchendole con la AR. Ma come funziona?

Artivive è costituita da due componenti principali: il sistema di gestione dei contenuti Bridge by Artivive, dove gli artisti possono collegare la propria opera d’arte al digital layer; e l’App Artivive, che consente agli utenti di visualizzare le opere d’arte arricchite di contenuti in AR.

Qual’è l’età media delle persone che utilizzano la vostra app?

La fascia anagrafica degli utenti è incredibilmente ampia. Quando le opere d’arte da vedere con Artivive vengono esposte ai festival, prevale il pubblico giovane, ma le mostre allestite nei musei sono molto apprezzate dalle generazioni più anziane, che sono entusiaste di impegnarsi con questo nuovo tipo di arte digitale. E’ ciò ci fa molto piacere.

Artivive è semplice da usare?

I nativi digitali naturalmente hanno la maggiore affinità con la creazione di arte digitale con il nostro strumento di AR. Tuttavia, poiché lo strumento Bridge by Artivive è molto intuitivo e facile da usare, ci sono anche molti creativi meno giovani, desiderosi di sperimentare nuove tecnologie e mezzi. Offriamo anche workshop regolari per artisti e creativi che non conoscono Artivive e abbiamo una serie di tutorial sul nostro sito web e sui nostri canali per chiunque desideri creare arte in AR per la prima volta.

Quando pensa che la maggior parte dei musei adotteranno queste nuove tecnologie?

La nostra società è basata a Vienna, e abbiamo lavorato molto duramente sin dall’inizio per costruire relazioni con musei e gallerie della nostra città e per diffondere loro la nostra visione. Abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con musei come l’Albertina, il Belvedere e il MAK qui a Vienna. A livello internazionale, abbiamo anche lavorato con sedi come lo Shanghai Himalayas Museum, lo Ying Art Center di Shanghai, il MIT – Massachusetts Institute of Technology, l’Ilmin Museum of Art a Seul e la Leica Gallery a Singapore. Lavoriamo costantemente per aumentare la nostra presenza tra i musei di tutto il mondo, perché siamo convinti che Artivive sia un prezioso complemento agli istituti d’arte tradizionali e che l’ambientazione museale e la nostra piattaforma siano in grado di potenziarsi a vicenda. Il nuovo e il vecchio, messi insieme. La vita durante la pandemia globale ha comportato una maggiore affinità per le esperienze digitali nelle istituzioni culturali e tra i visitatori. Pertanto, come ho spiegato anche qui, riteniamo che l’uso della realtà aumentata aumenterà fortemente nei prossimi anni.

Ogni volta che realizzate un progetto per un museo, dovrete lavorare molto per creare animazioni relative alle opere d’arte. In qualche modo, create altre opere d’arte.

Artivive è molto facile da usare e qualsiasi contenuto esistente può essere integrato. Non offriamo la produzione di contenuti come un’agenzia, ma mettiamo in contatto istituzioni e musei con i creatori di contenuti e talvolta collaboriamo alla definizione del concept. Alcuni musei creano i propri contenuti o lavorano con università o artisti locali. La realtà aumentata offre anche la possibilità di adattare e modificare il digital layer nel tempo, in modo da poter offrire e testare diversi formati.

Artivive Vienna Contemporary Living Image ©Artivive

Collaborate prevalentemente con grandi musei?

Lavorare con grandi musei e collaborare con importanti istituzioni per dar vita sia a specifiche opere d’arte che a intere mostre è senza dubbio un grande piacere. Queste collaborazioni dimostrano che la nostra idea ha il potenziale per migliorare l’esperienza museale in tutto il mondo. Ma non ci interessa lavorare solo con grandi nomi. Alcuni dei nostri lavori più interessanti vengono svolti nel nostro spazio artistico interno e collaboriamo con altre piccole gallerie. Promuovere il rapporto con la nostra comunità locale e la nostra comunità globale di artisti in tutto il mondo è ciò che ci spinge e ci motiva a continuare a innovare quotidianamente.

In questo periodo, in cui è difficile visitare i musei in presenza, come vi siete regolati?

Cerchiamo sempre di fornire a musei e gallerie le infrastrutture per offrire un’esperienza coinvolgente ai loro visitatori. Pertanto, cerchiamo sempre di utilizzare la nostra piattaforma per fornire soluzioni artistiche innovative. Nel marzo dello scorso anno, grazie a Artivive due importanti musei viennesi, l’Albertina e il Belvedere, hanno potuto far sì che il loro pubblico fruisse virtualmente delle loro opere da casa.

La pandemia cambierà il nostro modo di considerare i musei?

Tanti musei, gallerie e spazi d’arte hanno dovuto chiudere le porte al pubblico per la maggior parte dell’anno e anche quelli rimasti aperti hanno sofferto per la mancanza di visitatori. Ora, nella nostra nuova normalità, per le istituzioni è più importante che mai ripensare alle modalità di fruizione degli spazi espositivi, confrontarsi con gli artisti digitali e trovare soluzioni innovative. Gli strumenti digitali forniscono un’aggiunta incredibilmente preziosa alle tradizionali visite ai musei. Ci permettono di conoscere l’arte da qualsiasi parte del mondo, oltre ad essere una fonte creativa di ispirazione. La componente digitale è un complemento essenziale e oggi, indispensabile, alla visita del museo. Detto ciò, credo che l’esperienza di visitare un museo – camminare in una mostra e osservare un’opera d’arte di persona – non possa mai essere completamente sostituita dagli strumenti digitali. Proprio come un concerto dal vivo, andare all’opera o a teatro è un’esperienza completamente diversa dalla visione di uno spettacolo registrato. Comunque sono certo che reale e virtuale sono destinati a coesistere.

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