Come eravamo: le visite virtuali in cd-rom

 In virtual vintage

Adesso si tende a dimenticarli, ma negli anni Novanta andavano per la maggiore. Stiamo parlando dei cd-rom con le “visite virtuali” dei musei. Per un certo periodo hanno avuto molto successo, prima di essere dimenticati. E ora probabilmente sono o stanno per diventare oggetti del desiderio del collezionismo vintage. Sinceramente, a rivederli, i cd-rom dedicati alle collezioni dei musei non sono per niente male, anzi sono molto rappresentativi di quel tempo, con le loro confezioni dalla grafica accattivante che a volte comprendevano anche tre cd e nella spiegazione promettevano visite personalizzate, con un gran numero di contenuti multimediali. Adesso viene il bello: quando sono stati pubblicati i primi cd-rom di questo tipo? Probabilmente all’inizio degli anni ’90. Nel 1992 viene proposto il Virtual Museum di Apple, che alcune fonti definiscono “il primo museo digitale su cd rom”. Grazie al software contenuto in questo dischetto, chi aveva un computer Apple poteva muoversi virtualmente da una stanza all’altra di un museo minimalista e selezionare gli oggetti e le opere esposte per ottenere informazioni. Era un museo eclettico: si parlava di tante cose, di piante, di ambiente e di astronomia.

Poi nel 1993 arriva un altro cd-rom che ha fatto storia, questa volta dall’azienda di Bill Gates. Si tratta della Microsoft Art Gallery: The Collection of the National Gallery, London. Il cd-rom in questione prefigura il modello di quelli che di lì a poco spopoleranno: è suddisivo in varie sezioni multimediali che comprendono, tra l’altro, Vite degli artisti, Atlante storico, Tour guidati, tipi di quadri. Alla galleria digitale di Microsoft ne seguirono presto altre. Di base questi cd-rom erano delle enciclopedie multimediali, che consentivano di muoversi rapidamente tra le opere e le relative schede. Prevaleva quindi l’idea dell’archivio, anche se erano spesso presenti dei video realizzati all’interno dei musei.

Il boom di questo genere di strumenti multimediali si registrò nel dicembre 1994, quando la Montparnasse Multimedia, una società francese, pubblicò il cd-rom Louvre, un grande classico che in un anno vendette più di 100.000 copie. Nel 1996 la stessa società bissò il successo con il cd-rom Découvrir le Musée d’Orsay. Quest’ultimo offriva già una versione piuttosto all’avanguardia della visita virtuale: puntando il mouse sulle sale del museo che comparivano sullo schermo del computer, si potevano compiere tour virtuali che prefiguravano certe visite di oggi. C’erano 200 opere, selezionate tra le 6000 del museo, e pare che i computer su cui girava quel programma riuscissero a imparare i gusti artistici dei visitatori, proponendo loro altre opere in sintonia con quelle già viste.

Intanto, nel lasso di tempo tra il cd-rom del Louvre e quello del Musée d’Orsay, erano usciti più di 70 cd-rom d’arte legati a vari musei e a varie categorie. Tra gli altri, citiamo un altro grande classico: Gli Uffizi-Virtual Museum edito da Opera Multimedia nel 1995. Nel 1999 uscì il dvd-rom del Louvre e si aprì un altro capitolo.

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